Naviganti del diritto: ogni container racconta una storia

22.11.2025

Sul molo con la consapevolezza del rischio

La mattina sorge e il porto si anima lentamente. Tra il clangore dei container e l'odore salmastro, un osservatore attento scruta ogni movimento. Non è lì per caso: vuole capire come si muove il confine invisibile tra commercio e diritto. Ogni documento, ogni dichiarazione doganale può trasformare un affare in un rischio penale o in una storia di buona pratica. Quel container in attesa di sbarco sembra una scatola chiusa, ma dentro custodisce non solo merci, contratti e flussi economici, ma anche responsabilità, scelte e consapevolezza. È lì che si misura la linea sottile tra routine e diritto, tra un semplice adempimento e la possibilità concreta di un procedimento giudiziario.

Le regole del mare invisibile: diritto doganale e responsabilità penale

Il mondo delle spedizioni vive su due livelli, quello europeo e quello nazionale.

Il Regolamento(UE) n.952 del 2013 delinea il Codice Doganalevigente dell'Unione, mentre il Testo Unico delle Leggi Doganali D.P.R. 43 del 1973 loha tradotto per numerosi anni in regole operative sul territorio italiano. Queste normehanno previsto come vigilare sulle merci, controllare le dichiarazioni e sanzionare chi tenta di eludere dazi o IVA. Sul piano penale, gli articoli del codice puniscono la falsità documentale, la frode, declinandosi in fattispecie come la falsità ideologica e la truffa aggravata.

A partire dal 26 settembre 2024, tuttavia esso è stato abrogato dal D.Lgs n.141.

Il Decreto Legislativo 141/2024 si è reso necessario in ragione di un mutato contesto economico-sociale. In particolare, gli scambi commerciali si sono intensificati per via di molteplici fattori tra cui degne di nota sono una più profonda integrazione delle economie europee, innovazioni tecnologiche che hanno rivoluzionato e velocizzato gli stessi scambi, una forte tendenza alla digitalizzazione dell'economia.

La responsabilità degli enti secondo il D.Lgs. 231 del 2001 rende l'impresa direttamente esposta quando un illecito viene commesso nell'interesse o a vantaggio della società.

Non sono solo termini tecnici: sono strumenti che determinano se un errore resta amministrativo o diventa questione penale. L'adozione di un modello di compliance è tanto più necessario quanto più ampio è il novero delle norme da rispettare, atteso che la legislazione doganale di cui all'articolo 5 del Codice Doganale Unionale è un complesso insieme in cui interagiscono norme nazionali e dell'Unione. È un mondo di norme non solo strettamente fiscali, ma come anche osservato da una parte della Dottrina , di tutte quelle disposizioni che vengono applicate dalla dogana come ad esempio quelle previsioni che presiedono alla tutela di interessi generali quali quelli di sicurezza e difesa in tema di controlli all'esportazione di beni dual use, ovvero a tutela del consumatore, nonché del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale ed industriale.

Tra errore e inganno: la sottile linea dell'illecito

Spesso le violazioni nascono dalla fretta o dalla complessità delle regole.

Una fattura compilata frettolosamente, una certificazione di origine non verificata, un passaggio artificioso tra società interposte possono sembrare scorciatoie, ma diventano segnali che attirano l'attenzione degli organi di controllo. Oggi, l'impiego e la diffusione della tecnologia blockchain rappresenterebbe uno spartiacque nel mondo doganale.

La block chain, o catena di blocchi, è una tecnologia caratterizzata dalla immutabilità dei dati registrati, un approccio decentrato e paritario di tutti i componenti della catena, trasparenza incrementata per via della possibile partecipazione di tutti gli stakeholders ad una piattaforma comune, sicurezza accresciuta per via dell'impiego della crittografia.Conseguentemente, secondo gli esperti del Comitato Tecnico Permanente dell'Organizzazione Mondiale delle Dogane, riuniti nelle sessioni 223 e 224 del marzo 2019, dalla blockchain potrebbero trarre beneficio gli operatori economici e le autorità stesse in ragione di una maggiore certezza giuridico-economica, tenuto conto della possibilità di verificare l'autenticità della firma del certificato, della maggiore sicurezza in merito alla legittimità di chi emette il certificato, nonché della certezza che il documento non sia stato manipolato od alterato.

La differenza tra una svista e un reato si misura sull'intenzione e sulla ripetitività del comportamento. Se le condotte si ripetono, se si utilizzano documenti falsificati o schemi artificiali, gli ispettori e la magistratura possono ricostruire un quadro di dolo. Quando la falsità diventa metodo, emergono ipotesi associative e l'illecito non è più amministrativo ma penale. Ulteriore ipotesi in cui l'autorità giudiziaria è centrale rispetto alla direzione da intraprendere è quella del contrabbando di cui all'art 95 del citato Decreto Legislativo 141.

In tale situazione,l'autorità doganale italiana, "prima di procedere all'affidamento in custodia giudiziale o alla distruzione dei beni mobili","deve chiedere preventiva autorizzazione all'autorità giudiziaria competente che provvede entro trenta giorni dal ricevimento della richiesta" .

L'ispezione e il processo: quando la dogana bussa alla porta

Tutto inizia con una discrepanza, un codice TARIC che non torna, un prezzo insolito, una partita scelta a campione. Da quel momento si attivano ispezioni, sequestri probatori e acquisizione di documenti contabili e bancari. La coerenza tra i documenti e relativi dati consentirà alle operazioni doganali di procedere con maggiore speditezza, contribuendo a rafforzare il rapporto di fiducia tra gli operatori e le autorità, nonché ad evitare l'adozione di provvedimenti più gravi.Il sequestro tutela la prova ma paralizza l'attività dell'impresa.

In questi casi, la strategia migliore è la trasparenza: dimostrare la buona fede e l'adozione di procedure interne aggiornate può evitare che una violazione amministrativa evolva in procedimento penale perché la normativa premia chi collabora e corregge spontaneamente le irregolarità, trasformando un potenziale problema in occasione di rettifica.

La leale collaborazione è un valore da coltivare in nome del buon funzionamento del sistema economico, non dimenticando che i controlli possono avere luogo anche dopo lo svincolo della merce, così come disposto dall'art 48 del Codice Doganale dell'Unione.

Cinque bussole per navigare nel mare del diritto:

  1. Conoscere e verificare l'origine della merce, controllando ogni certificato e documento contrattuale per poter dimostrare tracciabilità e correttezza;
  2. Definire procedure interne chiare per la compilazione delle dichiarazioni doganali e formare il personale, affinché la diligenza sia evidente e verificabile;
  3. Affidarsi a spedizionieri ed intermediari esperti, preferendo operatori che possano dimostrare di godere di specifiche competenze, siano iscritti ad ordini professionali o dotati di certificazione AEO (Authorized Economic Operator), verificando periodicamente la loro documentazione;
  4. Controllare costantemente la coerenza tra prezzi, fatture, pagamenti e documenti di trasporto, perché le discrepanze sono spesso il luogo dove nascono i problemi penali;
  5. Adottare un modello organizzativo che integri la compliance doganale e i canali interni di segnalazione, trasformando ogni possibile errore in opportunità di rettifica e collaborazione con le autorità.

La rotta della fiducia

Sul molo si comprende che la differenza la fa la cura con cui si compilano i documenti. La legalità non è un freno ma la condizione per commerciare senza rischi. Ogni dichiarazione veritiera costruisce un ponte di fiducia tra produttore e acquirente.

Chi naviga rispettando le regole scopre che la legge è la bussola più preziosa per non perdere la rotta e che la compliance è un vantaggio competitivo oltre che una protezione giuridica. Il rispetto delle regole trasforma la sfida del commercio internazionale in un percorso sicuro e sostenibile. I professionisti attivi in ambito doganale, unitamente ad ulteriori professionisti nel campo giuridico ed economico-contabile forniscono assistenza alle persone ed alle imprese, aiutando a superare le complessità e le sfide che alla pari di quelle del mare richiedono naviganti esperti. Tale esperienza può essere acquisita con l'impegno ma soprattutto con la passione, unica forza in grado di resistere alle tempeste, agli imprevisti, a volte capaci di far incagliare una potente nave in uno stretto.

Il lavoro di squadra è un valore essenziale, a volte dimenticato, seppur l'unico in grado di consentire a quella nave di disincagliarsi ed ai professionisti del commercio internazionale di supportare il sistema imprenditoriale in un contesto mondiale di incertezza.

Ringraziamenti

Desidero ringraziare il Dott. Mattia Mecca la cui pazienza ha davvero fatto la differenza. Ha seguito ogni fase con attenzione genuina e una calma che mi ha permesso di lavorare con più sicurezza e chiarezza. Gli sono sinceramente grata per la disponibilità la fiducia e il supporto sempre offerti con naturalezza e rispetto.

Dott.ssa Cinzia Hu